OCCORRENTE: un gruppo di donne, uno spazio, della musica,
desiderio di “mettersi in gioco”, fantasia q.b.
Prendi gli ingredienti, mescolali con cura. Se ti sembra poco
saporito, puoi aggiungere travestimenti, fili di lana, una buona
dose di abbracci e curiosità. Una volta creato l’impasto, metti-
lo a cuocere per sei volte nel tempo necessario e concesso con
tutti gli ingredienti descritti, richiesti e autorizzati.
Quando sarà cotto spolveralo con scaglie di sfida, gocce di
imprevisto e abbelliscilo a tuo piacimento con degli errori.
Buon appetito!
Così nasce Ricci, limoni e Caffettiere, il libro che raccoglie molte delle ricette “fatte in casa” per sopravvivere al carcere conservando e a volte riscoprendo la propria femminilità, nel corpo, nella mente e nel gusto. E’ diviso in sei sezioni: bellezza, salute, sapori, espedienti, scritture e gioco. Per ciascuna tematica le donne detenute e le operatrici hanno raccolto quello che la tradizione orale tramanda di donna in donna per risolvere con metodi economici e casalinghi le esigenze della vita quotidiana di una donna ristretta. Il lavoro è corredato da una parte fotografica per rappresentare i luoghi e i corpi, infatti la fotografia riprende l’interazione tra le persone, senza rivelarne l’identità ma comunicando l’intensità dei laboratori.
Il progetto iniziale nasce nel 2005, all’interno di uno spazio chiamato “giornalino”, in cui le donne della casa circondariale di Rebibbia potevano incontrarsi, provenendo da diversi bracci dell’istituto. In quell’occasione di confronto e discussione è nata l’idea di parlare di carcere da un altro punto di vista, interno e dal basso…partendo da come le donne vivono la propria quotidianità, come sopperiscono alla mancanza di creme idratanti, piuttosto che abbronzanti, di come curano un orzaiolo o il mal di orecchie. Il materiale raccolto ha dato vita ad una piccola pubblicazione dal titolo “Delperdutocorpo” nel 2007, ripresa e rinnovata attraverso il gioco nel 2013 dalla Cooperativa Pid e l’Associazione Liscìa, con il contributo fotografico del Collettivo Porco Rosso Avant-Garde per presentarla al pubblico con le Edizioni dell’Asino.